The humanisation of public spaces, The problem of sharing and interacting in specialized public spaces


The humanisation of public spaces,
The problem of sharing and interacting in specialized public spaces 

Crisi urbana/spaziale:
Il periodo di dopo guerra conduce al stesso tempo alla democratizzazione della macchina e alla diffusione degli alloggi collettivi molto spesso prefabbricati per essere costrutti velocemente e in seria, d’un lato per ospitare gli abitanti dopo la guerra. Ma pure per affrontare un esodo rurale molto importante che corrisponde a un cambiamento di mente e di economia seguendo il sviluppo d’un capitalismo sempre più presente nel mondo.  Questo cambiamento causa il sviluppo delle periferie che sono alla fine satelliti con i loro abitanti che fanno ogni giorno migrazione pendolare. Otteniamo cosi “sleeping cities” dove il spazio pubblico è raramente considerato come importante. La pianta è a schiera, la strada domina il paesaggio e gli spazi sono frammentati e veduti come residuali: si attraversano velocemente per raggiungere i commerci di prossimità o prendere l’auto. I marciapiedi sono pure molto stretti e secondarie.
Parole chiave: Residuale, Noia, seria, sleeping city, mancanza d’attività, residenziale, frammentato, diversità, funzionalità.
Crisi economico-sociale:
Queste periferie sono lasciate un po’ a parte e si richiudono su esse, e quindi c’è una mancanza d’equità al livello del territorio. Tutto qua è privatizzato, e gli spazi pubblici sono quasi vuoti. Non c’è questo condivisione nel spazio pubblico, né personalizzazione, e ancora meno cultura che sembra riservata alla parte più centrale della città. Nel progetto, sarebbe quindi interessante d’inserire della cultura e dell’educazione nel spazio pubblico, ma anche un modo di permettere agli abitanti d’interagire spontaneamente.  Sarebbe pure interessante di valorizzare al stesso tempo la lettura, al fine di migliorare la qualità di vita delle persone e il livello d’educazione della zona.
Crisi del luogo:
I problemi che abbiamo notato su questo sito sono i marciapiedi tropo stretti e in degrado, spesso interrotti, troppo di parcheggi estendendo e sparsi su tutta la zona, il poco di mesi di trasporti pubblici. Non è un spazio piacevole per i pedoni, e anche gli commerci e café della zona non hanno viste interessante o un rapporto ben definito con lo spazio pubblico. Non c’è una continuità di questi, ma una frammentazione dovuta alla dominazione della macchina.
Si pone anche la questione del verde nella città: gli spazi verdi non sembrano ben intertenuti, o gli alberi sono posti lungo la strada in maniera regolare senza grande ricerca. Inoltre, ci sono troppo spazzatura su questi spazi pubblici che mostra un disinteresse da parte degli abitanti per il spazio pubblico, e la mancanza della sua praticabilità. Questo progetto potrà eventualmente dare più la capacità alle persone di sfruttare il spazio pubblico, ma pure piacer lo e lo rispettare.  





Attinenza con l’informatica e il dibattito architettonico contemporaneo:
‘’Le infrastrutture devono e possono fare tante cose insieme, dunque’’ 
Se ci si va la sera si trovano persone che cantano, che si abbracciano (molto pudicamente) tra le arcate, che fumano sotto gli archi oppure che stanno tutti insieme su piattaforme-scalinate sull’acqua a guardare il fiume che genera una cascatella e scorre a pochi metri di distanza.
‘’[…] che fa dell’infrastruttura paesaggio e che solleva l'animo e lo spirito!’’

Una volta inseriti in questo contesto problematico dello spazio pubblico specializzato, sia per le macchine o le funzioni specifiche, i tessuti entrano su una dinamica problematica senza fine (o circolare), in cui è più difficile gestire un trasporto pubblico di qualità. Non invitano gli viandanti all’uso delle vie, riducendo l’interattività sullo stesso tessuto.
In questo modo, e questo essendo una problematica generalizzata, si fa più difficile l’inserzione degli eventi o architetture multitasking, tanto per il suo investimento economico, tempo d’adattazione e insicurezza dal suo successo. Nonostante, questa dinamica circolare si deve fermare in alcuno momento. L’inserimento dal pensiero informatico è lui che permette d’attuare su questi tessuti in una forma efficiente e che provoca l’interattività, senza rinunciare a una estetica innovativa che caratterizza un ‘’area indefinita multitasking’’. Per questo, abbiamo pensato a utilizzare i pixel come linguaggio architettonico: prefabbricazione e facile montaggio, per il lato della efficienza; che fanno non solo una struttura urbana capace di formare l’ombra, i sedili, natura e tutti questi elementi fondamentali dello spazio pubblico, ma anche il sopporto degli elementi informatici/informativi e degli elementi della interattività culturale tra cittadini. Una struttura ambigua, flessibile per occupare gli spazi residuali, economica e con molta identità per la città; tutto questo influenzato da mondo dei pixel materialità e immaterialità | Hardware e schermi, la digitalizzazione delle immagini. Il mondo raster’’, il mondo dal layer nella sua relazione collage con la città e ‘’l’impatto della informatica nella città e ricerca architettonica’’.
Entro questa estetica identitaria, con il suo ‘’modus operando’’ efemere, siamo cercando il cheapscape, attraverso una reticola viva, che entra sul tessuto come uno agente esterno, risolvendo i problemi puntualmente o generando nuove centralità urbane.




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